Come scegliere il sacco a pelo? Una guida completa per il trekking e gli sport outdoor
L'IMPORTANZA DI UN BUON SACCO A PELO!
Diciamocelo, sia per chi pratica trekking da tempo che per chi si sta avvicinando a questo magnifico mondo il dormire all’aperto rappresenta una delle esperienze più belle e coinvolgenti tra tutti gli sport outdoor. É però anche un tipo di attività che, se affrontata nel modo sbagliato, rischia di rovinarci l’esperienza e di trasformare un’attività stupenda in un brutto ricordo.
Come già detto in occasione dell’articolo sulla scelta del sistema notte (tenda vs tarp vs amaca) il sonno è uno dei tre elementi fondamentali all’uomo per sopravvivere. E nel caso del trekking o del pernottare in ambiente outdoor rappresenta un requisito importantissimo per poter essere efficienti e prestanti durante le nostre giornate di cammino!
In questa circostanza quindi il sacco a pelo o sacco piuma o sacco letto è uno dei nostri migliori alleati! Ma tra forme e lunghezze diverse, caratteristiche praticamente infinite e prezzi agli antipodi, orientarsi e scegliere bene sembra un‘impresa titanica.
Come possiamo scegliere quindi quello giusto per le nostre avventure? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza!
I parametri fondamentali da tenere in considerazione sono 4:
I materiali di isolamento
La valutazione delle temperature
La scala delle temperature
La forma del sacco
Oltre a questi requisiti però bisogna tenere a mente anche un altro parametro: l’isolazione del terreno. Scegliere un materassino corretto infatti, con un buon coefficiente di isolamento (R value) e con delle buone caratteristiche di comodità è senza dubbio il modo migliore per far sì che il sacco a pelo lavori altrettanto bene. Questo però è un tema lungo e complesso che tratteremo in un articolo futuro.
COME FA UN SACCO A PELO A TENERCI CALDO?
Se avete risposto “grazie allo strato d’aria intrappolato dalla sua imbottitura” ci avete azzeccato!
Il sacco a pelo infatti, così come tutti gli imbottiti, non scalda e non trasmette del calore. Svolge il compito di isolarci e tenerci al caldo trattenendo il calore che il nostro corpo naturalmente disperderebbe all’interno di una camera chiusa.
L’aria infatti è un isolante eccezionale e maggiore è la capacità di un materiale di inglobare aria e di creare uno strato di separazione tra il nostro corpo e l’ambiente circostante e migliore sarà la resa calorifica del materiale stesso.
I PRINCIPALI MATERIALI DI ISOLAMENTO
I materiali di isolamento dei sacchi letto, così come per le giacche, si dividono in due categorie principali: l’imbottitura in piuma e quella in sintetico.
Delle differenze tra questi due tipi di materiali abbiamo già parlato approfonditamente in questo articolo (piuma vs sintetico) ma facciamo un breve recap per riassumere i principali pro e contro di questi due materiali.
Per i sacchi a pelo un parametro molto importante tra quelli elencati qui sopra e di cui tenere conto è senza dubbio la comprimibilità del materiale. A parità di temperature infatti un sacco a pelo in piuma sarà infinitamente più comprimibile e meno voluminoso di uno in sintetico, risultando inevitabilmente in un minor spazio occupato all’interno dello zaino. D’altro canto però la piuma soffre di più l’umidità quindi se ci muoveremo in ambienti potenzialmente umidi il sintetico rappresenterà una scelta molto più consigliabile. Ultimo ma non meno importante è il fattore “money”. La piuma infatti è, a parità di peso, infinitamente più calda e leggera del sintetico ma anche molto più costosa.
SCEGLIERE IL SACCO CORRETTO IN BASE ALLE TEMPERATURE
La scelta del sacco a pelo corretto in base delle temperature che andremo ad incontrare durante la nostra uscita è un passaggio fondamentale per poter apprezzare l’esperienza e dormire sonni tranquilli.
Secondo la mia esperienza i sacchi letto possono essere divisi in 4 categorie principali:
Sacco Letto: oltre i 15 gradi
Sacco Estivo: 5 / 15 gradi
Sacco 3 Stagioni: -5 / 5 gradi
Sacco Invernale: sotto i -5 gradi
Ovviamente non esiste un metodo sicuro al 100% per sapere quale sarà la temperatura che andremo a trovare lungo il nostro percorso, soprattutto se intendiamo percorrere trekking di media o lunga distanza in cui potremmo trovare condizioni climatiche diverse tra loro. E se affrontiamo delle uscite in montagna, soprattutto nel periodo estivo, può bastare una pioggia di un paio d’ore per abbassare la temperatura esterna di 10/15 gradi.
Nonostante queste difficoltà però ci possiamo fare un’idea di cosa ci potrebbe aspettare consultando siti meteorologici specifici (per il Trentino mi viene in mente meteotrentino). Non tanto per valutare precipitazioni o previsioni, quanto più per la disponibilità di dati che questi siti offrono grazie a centraline di rilevamento posizionate sul territorio. Con i dati raccolti da queste centraline infatti, spesso posizionate in punti chiave, potremo quanto meno comprendere le temperature registrate nei giorni precedenti e avere un’idea di cosa ci troveremo ad affrontare. Altra soluzione “vecchia scuola” invece è quella di alzare la cornetta del telefono e fare una telefonata ad un rifugio nei pressi della nostra uscita, domandando informazioni direttamente a chi si trova in loco.
LA SCALA DELLE TEMPERATURE
Solitamente ogni sacco a pelo ha nella sua descrizione una scala di valori che indicano il range di temperature all’interno del quale è indicato utilizzarlo. Queste quattro categorie (spesso possono essere anche solo tre, in quanto non tutte le aziende indicano la T. limite) sono:
T. Massima : tra tutti è il valore più approssimativo e da tenere meno in considerazione, in quanto ognuno di noi è diverso. In linea di massima comunque indica la temperatura oltre la quale rischiamo di scioglierci, trasformandoci in pere cotte!
T. Comfort : è la temperatura che le gentil signorine devono tenere in considerazione come valore minimo per poter trascorrere la notte in modo comfortevole. Il valore è misurato su un tempo di permanenza nel sacco di circa 8 ore indossando un intimo molto leggero.
T. Limite : come sopra ma in riferimento agli uomini.
T. Estrema : è la temperatura a cui una donna, completamente vestita, può resistere nel sacco a pelo per un periodo di circa 6 ore, senza andare in ipotermia. Al di sotto di questa temperatura il rischio che corriamo di lasciarci le penne è veramente elevato.
Cerchiamo quindi di non commettere l’errore, abbastanza basilare e spesso facilmente evitabile ma comunque troppo spesso sottovalutato e commesso, di ritrovarci in montagna con un sacco a pelo più leggero di quanto serva realmente. Scegliendo con cura il nostro compagno, in base al periodo dell’anno ed alle temperature che troveremo, avremo la garanzia non solo di non correre rischi ma anche di poterci godere al massimo l’esperienza.
NB Ricordiamoci che questi valori sono assolutamente INDICATIVI, in quanto misurati su un campione di persone diverse. Ciononostante offrono comunque un buon punto di riferimento per orientarci nella scelta del sacco a pelo più adatto alle nostre esigenze. Va da sè che se siamo dei calorosi potremo permetterci di usare sacchi a pelo un po’ più leggeri mentre se siamo freddolosi dovremo necessariamente cercare dei sacchi più pesanti rispetto alle indicazioni fornite. Mi raccomando però, senza esagerare inutilmente. Di solito se siamo freddolosi ci basterà prendere un sacco che abbia 4/5 gradi in di resistenza in meno (cioè più bassa) rispetto al riferimento standard.
LE DUE FORME PRINCIPALI
Il sacco squadrato (o a coperta)
Sicuramente più comodo, in quanto avremo più spazio a disposizione per muoverci e di conseguenza non avremo, nella maggior parte delle occasioni, la sensazione di trovarci in un sacco a pelo. Questo tipo di sacco però presenta una criticità non indifferente: una maggior dispersione del calore. La sua forma rettangolare infatti richiede da parte del corpo un tempo maggiore per riscaldare l’aria al suo interno rendendolo poco adatto ad un uso in montagna o in ambienti freschi. Se invece andiamo al mare o ci muoviamo in ambienti molto caldi allora rappresenta un’ottima scelta.
Il sacco a mummia (o a sarcofago)
Un po’ più “stretto” rispetto a quello a coperta è però il sacco letto per antonomasia. Che si tratti di un trekking poco impegnativo o di un’uscita alpinistica il sacco a pelo a mummia ci garantisce un micro clima comfortevole e di libidine assoluta anche in ambienti freddi in quanto il suo volume ridotto verrà riscaldato più velocemente. Altro plus non indifferente è (a parità di resa termica) il minor ingombro, in quanto avendo una forma più affusolata risulterà ovviamente meno voluminoso.
Va da sè che oltre alla forma sarà molto importante andare a scegliere una misura che sia corretta per il nostro corpo. Moltissime aziende fanno ogni sacco in tre principali misure: short, regular e long. Le dimensioni di riferimento sono comunque sempre indicate nelle caratteristiche e nella descrizione di ogni sacco a pelo. Una buona abitudine è quella di scegliere un sacco che sia circa 5/10 centimetri più lungo della nostra altezza in modo da avere un buon livello di comfort mantenendo al tempo stesso un volume ridotto.
IL GRANDISSIMO DILEMMA: DORMIRE NUDI O VEStITI?
Partiamo dal presupposto che in questo caso dormire nudi non significa letteralmente dormire nudi. Questa affermazione serve però a rendere l’idea, spesso non intuitiva, che all’interno di un sacco a pelo meno strati di vestiti indossiamo e meglio staremo.
Questo perchè se ci saranno degli strati diversi, tra il sacco ed il nostro corpo, ad “interferire” con la capacità di isolamento del sacco questo andrà a lavorare male ed a trattenere solo una ridotta percentuale del caldo che potrebbe invece conservare.
E per tutti coloro che sostengono che “è un ragionamento ovvio e logico, più ci si copre e più si ha caldo” e che dicono che dormire svestiti nel sacco a pelo è una “epocale fantasticheria” mi sento di rispondere con un semplice: “mi spiace ma allora di vestiario tecnico ci capite poco o nulla, quindi per favore evitate di sparare boiate”.
Va da sè che nel caso in cui siamo stati così pirla da portarci un sacco a pelo sbagliato per il tipo di uscita o di temperatura trovata allora vestirsi può rappresentare spesso l’unica opzione per non congelarci ma teniamo bene a mente che si tratta sempre e comunque di una cosa da fare solo in extremis e che è molto semplicemente un “mettere la pezza” ad un nostro errore.
Per dormire correttamente quindi, oltre all’aver scelto il giusto sacco a pelo, dovremo dormire indossando l’intimo ed una maglietta leggera in cotone o lana merino nel periodo estivo o l’intimo e un completo termico tecnico, maglietta e calzamaglia, in inverno. In questo modo il sacco tratterrà tutto il calore possibile, non avremo addosso strati fastidiosi (e che rischiano di farci sudare) e potremo goderci il sonno. Unica eccezione consentita, nel caso in cui foste degli iper freddolosi sono i calzini, puliti ovviamente, per tenere al caldo una delle parti del nostro corpo che spesso si raffredda più velocemente.
RANGE DI PREZZI
Dare un’idea del range di prezzi per un sacco a pelo valido è un’impresa davvero ardua!
Anche perchè il prezzo dipenderà in primis dal suo materiale e successivamente dalle sue caratteristiche quali peso e temperature di utilizzo.
Quello che posso dirvi è che non sarà certo necessario spendere centinaia di euro per comprare un buon sacco a pelo ma al tempo stesso sarà abbastanza assurdo pensare di poter comprare un sacco a pelo da -10° comfort a 40/50 euro.
Visto che spesso mi chiedete di fare degli esempi pratici, nonostante io non abbia particolari preferenze per un marchio piuttosto che per un altro, cercherò di accontentarvi, strizzando, come mio solito, il più possibile l’occhio ad aziende italiane.
Ferrino e Camp sono senza dubbio i marchi più conosciuti e validi nel panorama nazionale e che producono sacchi di svariate fasce di prezzo e di svariati livelli, da quelli da campeggio fino a quelli da alpinismo. Un altro marchio italiano molto valido è Salewa che però ha un’offerta un po’ più ridotta e leggermente più costosa.
I consigli sugli acquisti ed i range di prezzi in cui secondo me si possono trovare delle ottime scelte li trovate all'interno del video al minuto 16:01.
QUANDO NON LO SI USA
Per quanto riguarda la manutenzione, nei periodi di inutilizzo, i sacchi in piuma vanno riposti possibilmente in una sacca voluminosa o distesi ed appesi su una gruccia in armadio. I sacchi in sintetico invece non hanno problemi, in generale, ad essere un po’ più maltrattati ma si consiglia comunque di tenerli in sacche un po’ più spaziose e, come anche per la piuma, in luoghi asciutti.
Sul lavaggio per i sacchi a pelo vale la regola del lavarlo “il meno possibile” che ovviamente significa che se lo useremo tantissimo e frequentemente, questo andrà lavato regolarmente (almeno 1 volta ogni 20/30 utilizzi) ma che se ne faremo un uso saltuario potremo lavarlo un po’ meno. Per il sintetico si può fare un normale ciclo a 30°, centrifuga a bassi giri e VIETATO l’ammorbidente, che distruggerebbe le fibre. Per la piuma valgono gli stessi parametri ma dopo il lavaggio consiglio vivamente di passarlo in asciugatrice con 3 palline da tennis (meglio se bianche, non perdono pelucchi) per far riguadagnare alle piume tutto il loro volume.